BART E LUSSI

BART E LUSSI

Silvana Rappisi

Aveva smesso di piovere e c’era già l’arco colorato nel cielo quando Bart uscì saltellando sulle esili zampette, a balzi danzanti, fuori dal nido.
“Che bello!” disse Bart a Lussi, respirando a pieni polmoni l’aria tersa e pulita, dopo il breve acquazzone d’Aprile. Tutto era stupendo, specialmente quel giorno! Difatti, Bart aveva motivo d’essere galvanizzato perché, con la sua Lussi, il nido per deporre le uova stava per essere ultimato.
Loro, desideravano presto avere tanti passerottini perché erano all’unisono aperti alla vita.
“Presto Lussi, così a Maggio oltre alle rose fioriranno per noi, fiocchi rosa e celesti. Con quest’ultima morbida pagliuzza il nido è presto finito” cinguettò soddisfatta Lussi all’amato Compagno e decisa virò verso l’obiettivo non accorgendosi del pericolo che l’avvolse in un battibaleno, senza darle il tempo di capire. Quando riuscì a mettere a fuoco la situazione si vide prigioniera di una fitta rete, che la imprigionò. Con lei erano stati intrappolati pure i variopinti uccelli che, felici, gozzovigliavano, tra gli arbusti, ignari del pericolo in agguato, anche per loro. Vani gli innumerevoli tentativi di allargare le ali, figuriamoci volare! L’impresa era ardua, non valeva la pena sprecare tempo ed energie: lo spazio era poco e loro erano i tanti…
La piccola testa grigia di Lussi girava come una trottola in tutte le direzioni per trovare un piccolo spazio di fuga, ma nulla e ancora nulla… il tempo passava lentamente e se si è in brutte situazioni, sembra eterno.
Un rumore assordante irrompe nell’aria campestre al sopraggiungere di un autocarro da cui scendono due scagnozzi che trasferiscono le prede alate, in una grande gabbia prigione, situata all’interno del mezzo. Così Lussi, l’intruso passerotto, finisce per sbaglio assieme ai Cardellini, apprezzati per il loro canto e per questo cacciati dai bracconieri. I bei cardellini, una volta catturati finiscono il resto della loro vita prigionieri nelle umane abitazioni. Gli uomini riescono a perfezionare e affinare il canto dei cardellini producendo degli ibridi facendoli accoppiare con i canarini per poi gioire nell’ascoltare le triste melodie; invece di intristirsi per il loro melanconico canto.
– Bene – Pensa Lussi – Per fortuna io cantare non so, non dispongo di un piumaggio colorato, sono un comune volatile e sicuramente questo sarà per me il “passe-partout” per la libertà. Noi passeri siamo spiriti liberi ecco perché mai ci si vedrà proliferare se in cattività. Alla prigione per noi la morte certa c’è.
Di questo ogni uomo ha conoscenza. Così sa pure il ceffo che tiene stretta Lussi nel pugno e sta per aprire la mano per liberarla, se non che la voce, cavernosa, dell’altro compagno ordina di fermarsi e gli dice di rimetterla assieme agli altri uccelli per diventare il giocattolo cibo dello sguercio gatto “Griscio” di casa.
Bart dall’alta cima del mandorlo, ormai sfiorito e cesellato di piccole palline verdi, segue impotente la scena. Trepidante rimane appollaiato sul ramo preso da un brivido che lo fa gelare, anche se il Sole splende già…
– Cos’è questa strana sensazione di gelo che paralizza tutto il mio essere?
– Si chiede annichilito Bart che non sa di aver appena fatto conoscenza con la “Paura”. La sua amata Lussi vale più della sua vita, senza di lei la vita non ha senso. Già il paesaggio si è fatto incolore; si è ingrigito tutto, perfino l’arcobaleno che sta per evaporare e sparire via. Quando muore la speranza arriva la tristezza assieme allo sconforto e all’impotenza. Viene spazzata via la linfa vitale che dà entusiasmo e voglia di fare; l’apatia precede la resa, seguita dalla sconfitta. A Bart sta per accadere ciò, accettando la paura e non sapendo come reagire per debellarla. Alzando gli spenti occhietti marroni verso il cielo, come ultima ancora di salvezza, gli esce dal cuore una supplica d’aiuto che rivolge al Creatore. Lui ascolta tutti: buoni o cattivi, uomini o bestie, se umili a chiedere saranno. Quando tutto sembrava finito, ecco che inatteso arriva il divino aiuto. A Bart, ormai rinfrancato, la situazione appare meno drastica perché come nonno Turi diceva: “Dio dà l’acqua senza brocca, tocca a noi fare il resto”. Quando arriva il conforto porta con sé il coraggio che libera le catene del fare. L’azione fa scaturire la forza che neutralizza l’impotenza e la soluzione con sagacia si trova… Tocca ad ognuno darsi da fare… Per Bart fu così: infatti provvidenziale giunse la soluzione che dipanò il problema. Solo alla morte non c’è rimedio, tutto il resto può essere risolto, così sovente ripeteva papà Anselmo a noi, sua numerosa prole.
– Cip, Ciop. –
Amici di sventura, aiutatemi a liberarvi, c’è la mia amata sposa con voi e non voglio che rimanga intrappolata. Siamo in tanti e se saremo uniti la vittoria sarà nostra, basta issare, con sinergia e la forza dei nostri becchi, il chiavistello che chiude la porta della prigione e permettere così alla mia Lussi la spinta per l’apertura dell’uscio che darà a tutti voi la libertà.
Orsù, non perdiamo tempo e, al mio via, becchi pronti per la riuscita dell’impresa: uno, due e prima d’arrivare altre, ecco il portello spinto da Lussi si spalanca. Una nuvola multicolore si libra come etereo fumo verso il blu orizzonte infinito.
Bart e Lussi nel dileguarsi lasciano dietro di loro un brusio di cinguetti festosi che in coro dicono – Grazie, grazie e, ancora, grazie amico pennuto, senza il tuo incoraggiamento chissà che fine avremmo fatto perché la paura è una brutta bestia e se non è accompagnata dal coraggio prende il sopravvento. Certamente senza il tuo sostegno saremmo rimasti schiavi per sempre perché dominati dalla paura, l’arma usata dai prepotenti per assoggettare gli animi all’impotenza.
Quando si è prigionieri si muore psicologicamente ogni giorno, ciò che è peggio che essere uccisi fisicamente. ciò che si può fare una sola volta. Quelli che privano della libertà sono degli assassini che, se impuniti, con il tempo diventano reo-recidivi perché privi di coscienze.
Più felici che mai Bart e Lussi volano insieme verso il nido, sicuri che il loro domani sarà migliore perché dopo il successo della prova superata, loro sono diventati fautori di speranza e costruttori di “un mondo migliore”, verace era il detto di nonna Caterina che diceva: un dito si può spezzare ma cinque dita no perché formano un pugno. Ecco perché: l’unione fa la forza!
“Come aveva ragione la nonna!” pensò ad alta voce Bart, certo ormai di poter contare, in ogni situazione, sulla collaborazione della sua Lussi e la solidarietà di altri, all’occorrenza.
La sera è appena scesa quando Bart si posa sul bordo dell’accogliente nido, seguito dalla fedele compagna. L’aria è pregna di profumi che intrecciandosi si fonde con la nenia di miriadi suoni notturni, quando la notte conduce teneramente gli sposi verso bei sogni che regalano all’alba un risveglio di “liete novelle”.

Edinet - Realizzazione Siti Internet